Scrittore italiano. Noto anche con lo pseudonimo-anagramma di
Neri
Tanfucio. Studiò all'università di Pisa, laureandosi in
Agraria. Divenne poi aiuto ingegnere a Firenze, allora capitale del Regno, e
quindi fu assunto come insegnante e poi ispettore nelle scuole elementari della
provincia di Pistoia. Ebbe quindi modo di vivere a contatto con l'ambiente
contadino della campagna toscana. Grazie a questo rapporto di affettuosa
simpatia per le genti e i paesaggi contadini,
F. riuscì a scrivere
le sue cose migliori, bozzetti e scene di vita campestre raccontati con
intonazione verista e grande capacità di osservazione del reale, minuto e
semplice, che corre sotto i suoi occhi. Le sue novelle, spesso povere
d'intonazioni ideali e prive di una concezione unitaria della vita, acquistano
pregio per la comicità di certe situazioni e grazie anche ad una lingua
svelta, popolaresca, in cui prevalgono espressioni arcaiche e contadinesche,
elementi che riescono a conferire all'opera un senso di freschezza e di
vivacità. Fra quanto scrisse ricorderemo la raccolta di poesie
Cento
sonetti in vernacolo pisano, le novelle pubblicate sotto il titolo
Le
veglie di Neri e
All'aria aperta, che rimangono i suoi capolavori, e
i due libri di memorie
Acqua passata e
Foglie al vento
(Monterotondo Marittimo, Grosseto 1843 - Empoli 1921).